L’Italia, per una volta, punta al modello svedese: sembrerebbe il caso di festeggiare, eppure dobbiamo tristemente constatare che anche un’ottima notizia, una proposta di legge che ci avvicina agli standard di civiltà europei, nel nostro Paese finisce per lasciare l’amaro in bocca.

La proposta di estensione congedo parentale

Il sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali Francesca Puglisi ha proposto l’estensione del congedo parentale a 6 mesi rispetto agli attuali 5, e questo costituisce di per sé un grande passo in avanti.

La vera breaking news è, però, che di questi 6 mesi uno sarebbe di intero ed esclusivo appannaggio paterno, dunque non trasferibile alla donna. Un obiettivo rivoluzionario, laddove al momento alla donna spettano 5 mesi con retribuzione variabile e al papà solamente 7 giorni (fino a poco tempo fa erano addirittura 5). Un provvedimento volto a ridurre il cosiddetto gender pay gap, la differenza di retribuzione tra uomini e donne, determinata in gran parte dalle difficoltà incontrate dalla maggior parte delle donne madri nel proseguire e incrementare la propria carriera lavorativa conciliandone la crescita con quella dei propri figli.

Una politica di condivisione, così viene definita: un tentativo di riequilibrare le carriere lavorative di uomini e donne.

Una vera rivoluzione, così la intendo io: un’opportunità reale e concreta per gli uomini di rivendicare il proprio diritto alla paternità, di appropriarsene e goderne, come è giusto che sia, come dovrebbe essere.

Eppure, quel che dovrebbe essere naturale, l’accudimento condiviso del nuovo nato, la presenza paterna per un periodo adeguato e funzionale ad instaurare una routine consolidata col piccolo, l’avvicinamento e l’intercambiabilità con la figura materna – tutte pratiche ampiamente in uso nel nord Europa e non solo – nel nostro Paese pare assumere un valore accessorio, discutibile, persino risibile. Il Tempo titola così il commento alla notizia:

“Conte chiede ai papà di fare il mammo. Trenta giorni di maternità maschile”.

E come se non bastasse, utilizza una battuta di Osho per rendere ancora più grottesco il tutto:

Il messaggio sbagliato che viene passato.

Dunque un mese di congedo parentale per i neo papà non è da considerarsi un’occasione unica e necessaria per essere presenti ed instaurare un legame affettivo col proprio figlio, rappresenta solamente “tempo rubato al lavoro”, un vezzo per coloro che vorranno approfittarne. A un padre che desideri svolgere il proprio ruolo altro non resta che farsi “mammo”, in tutta l’accezione negativa e ridicolizzante di questo termine totalmente insensato: l’uomo non vive la sua “maternità maschile” (?!?), semplicemente FA IL PADRE.

E siamo ben lontani dalla parificazione dei ruoli se non si ha ancora chiara l’importanza che la figura maschile di fatto riveste nella crescita e nell’educazione dei figli, se ci preoccupiamo del gender pay gap laddove non viene neppure riconosciuto il concetto di PATERNITA’, come se l’accudimento di un figlio fosse solo prerogativa materna, come se cambiare i pannolini fosse un mestiere esclusivamente da donna.

Qualcosa sta cambiando in Italia?

Viviamo in un Paese popolato ancora da molte menti retrograde, e in cui il sessismo è una realtà concreta, dobbiamo prenderne atto per l’ennesima volta. Eppure qualcosa sta cambiando, questa proposta di legge ne è la prova, e la sua messa in vigore potrebbe portare cambiamenti tangibili a livello sociale e all’interno del nucleo familiare: un maggior equilibrio tra i ruoli genitoriali è alla base dell’emancipazione femminile quanto all’origine di un’evoluzione della figura maschile rispetto ai cliché precostituiti che tuttora regolano la nostra realtà nazionale.

   

Per svincolarsi da inutili categorizzazioni basterebbe restituire naturalezza ai ruoli genitoriali, e ricordare sempre che

“La mano che fa dondolare la culla è la mano che regge il mondo”

che sia la mano materna o paterna, poco importa.

Coloro che si prendono cura dei (propri) bambini hanno a cuore il futuro del mondo.

    Fotografie: http://www.lejardindesphotos.com

Grazie a papà Francesco e mamma Sara per aver prestato alle mie parole le foto del servizio fotografico che ho realizzato per loro.

E un grazie speciale al piccolo Valerio ♥

 

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