Ho scoperto la pedagogia montessoriana quando quindicenne studiavo al liceo e con le mie amiche mi confrontavo sulle scelte pedagogiche che in un futuro avrei seguito in classe con i miei alunni. Mai avrei pensato che, prima di ogni cosa, le avrei messe in atto coi miei bambini a casa.
Sono una mamma, ma sono anche una maestra e spesso mi ritrovo a proporre ai miei bambini giochi ed esperienze che hanno una solida base educativa.
Tra tutte le attività fin ora proposte e sperimentate trovo che le carte della nomenclatura siano uno degli strumenti più efficaci per iniziare a organizzare e strutturare le idee, i pensieri e le informazioni che nascono nella mente dei nostri figli.
Stimolare la curiosità nei bambini
Uno degli effetti più precoce, meraviglioso e inaspettato è l’ampliamento lessicale che avviene nel gioco, anche nei bambini più piccoli. Il punto di partenza sul quale noi genitori possiamo riflettere è la CURIOSITA’ dei bambini. Come possiamo rispondere a questo loro istinto e stimolarlo come fosse una vera e propria esigenza? Un’ambiente familiare ricco di stimoli rende i bambini curiosi. Più la curiosità viene stimolata, più si accresce la capacità di apprendimento e il desiderio di scoperta. Si crea così un infinito circolo virtuoso, per una capacità di apprendimento continuo che possa accompagnare i nostri bimbi per tutta la loro vita.
L’obbiettivo non è l’apprendimento precoce del leggere e dello scrivere, ma semplicemente quello di avvicinarli ad un mondo (quello della lettura e della scrittura) nel quale loro sono già immersi e che spesso vivono in maniera distante e inaccessibile. Spetta a noi fornire ai nostri bambini la chiave dei multiformi linguaggi del mondo, per frequentare insieme la bellezza e il fascino degli universi creati dalla parola scritta e non solo da quella parlata.
Le carte della nomenclatura
In commercio esistono diversi cofanetti già pronti, con carte della nomenclatura preconfezionate. Queste carte sono però di semplicissima realizzazione: si possono pensare e preparare anche in casa, insieme ai nostri figli e partendo proprio dalla rappresentazione degli oggetti che loro stessi preferiscono.
Questa attività si fonda sull’allenamento della capacità di ascolto dei nostri piccoli: non è questo il modo migliore per iniziare?
Ora prendiamo in considerazione qualche spunto tecnico per la realizzazione delle carte. Per scrivere i nomi che accompagnano gli oggetti rappresentati sulle nostre carte, io ho scelto l’uso dei caratteri in stampato maiuscolo. L’approccio classico prevede invece che il nome sia scritto in corsivo. Personalmente penso che la rappresentazione delle lettere dell’alfabeto maiuscolo siano segni più riconoscibili per i nostri bambini. La parola scritta che noi stessi adulti, nel mondo di oggi, ci troviamo maggiormente a decodificare, non è spesso scritta in stampato maiuscolo e minuscolo? Guardate la tastiera che avete sotto mano o le scritte pubblicitarie, la cui regola è semplicità e immediatezza.
A che mesi proporre le attività
Per usare le carte della nomenclatura infatti non serve che i nostri bimbi conoscano le lettere o sappiano leggere e scrivere! Io ho iniziato a proporle ai miei bimbi intorno ai 12 mesi. A quell’età, uno dei giochi più divertenti era quello di riconoscere gli animali insieme ai loro versi.
Un altro gioco era quello di abbinare gli animali raffigurati sulle carte agli animaletti di plastica che tutti i nostri bimbi hanno. Questa attività rende familiare l’uso di una stessa parola per nominare oggetti che pur rappresentando la stessa cosa sono di natura diversa e ci prepara pian piano ad affrontare un gioco più complesso come quello delle categorie.
Intorno ai 18 mesi infatti potremo già domandare ai nostri figli: mi passi tutte le carte con gli animali che hanno le pinne? E tutti gli animali che hanno le ali? Il bello è che le stesse carte si possono riutilizzare in differenti momenti della vita del bambino: di volta in volta divengono strumento nuovo per lo sviluppo di nuove abilità e per consolidare e affinare le competenze già presenti. Intorno ai due anni di età del mio bimbo ho iniziato a proporgli giochi che lo aiutassero a concentrarsi sulla scrittura dei nomi, accompagnando l’uso delle carte a quello di altri supporti di scrittura, come le lettere dell’alfabeto in legno, giocando per esempio come al memory.
Queste e tante altre attività (non poniamo limiti alla nostra capacità di ideare e di giocare) sono una chance per arricchire la relazione con i nostri piccoli esploratori grazie a un’interazione ludica, quindi divertente
Testo e foto di Paola Segantin
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