L’altro giorno ho affrontato con delle amiche un dibattito, alquanto pacifico, su un tema che fa molto discutere.

Io ero l’unica a pensarla diversamente, ma credo che ci sia una giusta via di mezzo, come per ogni cosa,  che può unire le esigenze diverse di persone diverse.

L’argomento era alquanto focoso, riguardava una  regola di alcuni ristoranti, con il divieto d’ingresso per i bambini.

Un locale childfree. Così detto, sembra uno scandalo.

Ho letto , ridendo sotto ai baffi,  commenti di persone che si offendevano a vicenda per affermare le proprie idee, dando dell’idiota all’altro solo perché la si pensava in due modi differenti.
Ora dirò una cosa che può sconvolgere le menti di molti. Non tutti sanno che si possono avere idee diverse sullo stesso argomento, senza per questo odiarsi, offendersi, annunciare la guerra o far scoppiare una bomba social.

Anzi, una cosa ancora più interessante è proprio questa: ascoltate i pareri diversi dai vostri. Magari provate ad immedesimarvi. Questo non vuol dire cambiare idea, ma solo aprire la mente. Circondarsi solo di chi ti dà ragione è già di per sè un limite fine a se stesso.

Vi dico il mio pensiero

Trovo alquanto giusto che ci siano dei locali che hanno delle regole da rispettare, e se queste regole riguardano anche i bambini io non mi scandalizzo affatto.

Troppe volte mi son trovata in situazioni dove i bambini erano gestiti solo dall’irrefrenabile voglia di urlare e correre, magari abbandonati a se stessi da genitori distratti o semplicemente bambini ineducati.

Ma anche a questo voglio andare oltre, ora che son mamma e che certe consapevolezze le ho avute anche io. Non sempre i nostri figli, seppur con tutte le dovute attenzioni son gestibili. È capitato più volte che io mi sia alzata troppo presto da un ristorante per placare le grida di Emanuele, o fatto un viaggio nell’area di passaggio che collega due vagoni di un treno solo perché non smetteva di urlare.

Il mio buon senso mi ha fatto agire, perché non trovo giusto disturbare altre persone, ma non tutti hanno la stessa prontezza nel farlo. Ed allora, perché la mia libertà deve intralciare quella altrui? Tutti abbiamo il diritto, la libertà di andare ad una cena in tutta tranquillità, quindi a mio parere ben vengano locali adatti solo ad un pubblico maggiore.

Ma siete sicuri che siano solo i bambini a disturbare?

Ecco però che mi sorge una vocina che mi fa ragionare: siete sicuri che son sempre i bambini a disturbare? Quante volte ci troviamo accanto un tavolo che fa caciara, magari dopo un bicchiere di troppo, e disturba la nostra serata tranquilla?Quante volte durante un viaggio di 5 ore mio figlio che vorrebbe dormire viene svegliato da persone che urlano al posto di parlare? Ecco. È questo il punto. Certe volte l’unica cosa che manca è il buon senso.

Buonsenso e comprensione verso il prossimo: la chiave di tutto 

Proprio in questi giorni è emerso che una nota compagnia aerea ha aggiunto un supplemento per i bambini al di sotto dei due anni ( che tra l’altro viaggiano senza occupare alcun posto) ed i commenti che ho letto nei vari articoli mi hanno fatta rabbrividire.


Ma davvero siamo diventati così intolleranti verso il prossimo?

Di un bambino che urla in volo,o in un locale, solo una cosa può darmi fastidio: se è abbandonato a se stesso. Se no provo tenerezza e comprensione, verso un bambino che sicuramente avrà qualche malessere ed una mamma che proverà impotenza ed inadeguatezza per la situazione!
E se mi baso sulla poca tolleranza che oggi sembra esserci verso il prossimo, ecco che sorge l’indignazione di vedere un cartello con su scritto ” tu non puoi entrare” e magari quel grande segnale rosso è proprio sul volto di un bambino.

Allora quale sarebbe la giusta soluzione?

Questo non posso dirlo proprio io.

Dal mio punto di vista, quando penso ad una sera in un locale, per mio interesse cerco di capire se è un luogo adatto ai bambini e di certo non lo porterei al cinema con me. Ma come esistono locali con area giochi per i bambini, esistono anche ristoranti che secondo me hanno trovato l’equilibrio esatto per questo grande dilemma.

L’unica regola è ” il silenzio”

Certo, si può parlare ma quasi bisbigliando. Non ci sono limiti d’ ingresso, possono entrare tutti, senza differenze sul sesso, sulla cultura e sull’età. Ovvio che se non rispetto questa unica regola vieni tagliato fuori per ovvi motivi. E così che non entra il cane, perché non può abbaiare, non entra un bambino perché non sempre lo puoi controllare, ma non entra neanche un gruppo che vuole solo fare baldoria. In realtà, non posso entrare neanche io, perché il mio tono di voce è troppo alto anche se provo a bisbigliare!!

E forse cosi si accontenta chi va lì per trascorrere una serata in tranquillità, magari a lume di candela, in totale relax.

E voi, come la pensate al riguardo?

Viaggiare con i bambini: Siviglia, che magia!

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