Sono nata e cresciuta a Napoli, ma da un anno mi sono trasferita a Los Angeles per amore di mio marito, un incredibile hair-stylist a cui 3 anni fa fu fatta una grande proposta lavorativa. Insieme valutammo la proposta e insieme decidemmo che doveva accettare.

Per quanto meraviglioso è stato quel periodo per i suoi successi lavorativi, é stato anche il peggiore della nostra vita.

Lui qui a Los Angeles da solo, lontano da tutti gli affetti e soprattutto lontano dal nostro bimbo appena nato, io a Napoli a chiedermi quando avrei riavuto una famiglia unita.
La lontananza si faceva sentire sempre di più, più cercavo di non pensarci e più mi mancava mio marito (desideravo essere con lui anche semplicemente per andare al supermercato, da sola non avevo voglia di fare nulla).
Ogni giorno andavo in ufficio (avevo una mia agenzia di viaggi) e sul volto mi si leggeva tristezza, e di certo non era quello che volevo trasmettere ai clienti, che mi hanno sempre vista sorridere alla vita e della vita.

Ero diventata indifferente a tutto. Non riuscivo a dare a mio figlio ciò che meritava, la spensieratezza e la felicità.

Non riuscivo ad essere una mamma gioiosa. Ho cominciato a trascurarmi. Ho perso 10kg nel giro di 2 mesi. Non riuscivo neanche più a guardarmi allo specchio. Cercavo di nascondere a mio marito quanto io stessi soffrendo, perchè sarei stata egoista a dirglielo visto che lui era dall’altra parte del mondo proprio solo solo. E sarei stata incoerente con quello che avevamo scelto insieme, consapevoli di dover restare separati per qualche tempo.
Ma i tempi erano troppo lunghi e nostro figlio più cresceva e più chiamava ‘dadà’ (papà) in ogni istante.

Mio marito veniva a trovarci per pochi giorni (15 ore di volo fatte solo per vederci pochi giorni) l’impegno preso qui non gli permetteva di allontanarsi per troppo tempo. E ogni volta che ripartiva una parte di me moriva e mi distruggevo sempre di più. Quando all’ultimo incontro vide le mie condizioni fisiche…decise di rimanere in Italia ed abbandonare il sogno americano, per starmi accanto (dopo 13 anni insieme mi capiva con uno sguardo e sapeva che avevo bisogno di lui). Ma non gliel’ho permesso. Non potevo permettergli di rinunciare a quel sogno. Aveva avuto un’occasione imperdibile. E intanto continuavo a distruggermi. E distruggevo il mio bimbo. Non era felice. Era sempre nervoso. Scocciato. E cercava sempre un mio segnale di gioia, di presenza ma non riuscivo a darglielo.

Un giorno però proprio quel bimbo, con quei piccoli gesti indecifrabili per il mondo intorno, ma chiarissimi per una mamma, mi ha guardata mentre piangevo senza sosta e mi ha detto ‘dadà qua dadà qua’! In quel momento non so cosa è successo, ma mi si è smosso qualcosa dentro e mi sono chiesta che diavolo stessi facendo.

Ero io a tenere separata la mia famiglia.

E così (anche dopo una serie di problemi con la mia socia) ho deciso di chiudere la mia attivitá. Dovevo partire. Subito. Dovevo portare mio figlio da suo padre. Io dovevo andare da mio marito. Ho organizzato tutto nel giro di poche settimane. Quando ho detto a mio marito che ero pronta a partire e non lasciarlo mai più solo, abbiamo cominciato a piangere come due bimbi. Ma erano lacrime di gioia, finalmente. È venuto a prenderci per portarci qui a Los Angeles e iniziare la nostra nuova vita insieme. Mi ha fatta ritrovare subito a mio agio. Non mi ha fatta sentire sola neanche un istante. Ho cominciato pian piano a riprendere la mia vita in mano. A voler di nuovo bene a me e al mio corpo, che ormai chiedeva pietá.

Mio figlio e l’amore di mio marito mi hanno salvata.

Ho cominciato a rimettermi in gioco come moglie, come donna e soprattutto come mamma senza far mai mancare una sola attenzione al mio bimbo. Neanche più una lacrima triste, solo sorrisi. Tanti sorrisi.
È impossibile spiegare certe situazioni in una mail, sono emozioni cosi forti che ti cambiano il modo di vivere la tua vita. Ma oggi posso dire di essere cambiata in meglio. Sono felice. La mia famiglia è felice. Mio marito è felice. Nostro figlio é felice.

Ed è questo l’obiettivo di ogni nostro giorno, rendere felice nostro figlio. Merita di sorridere, ha sofferto proprio nell’etá in cui un bimbo è al massimo delle energie e della gioia, e proprio quando DEVE essere sereno. Io lo stavo spegnendo con la mia depressione.
Non me lo perdonerò mai, ma ne farò la mia forza.

Ho pubblicato un post proprio qualche giorno fa in cui ho esternato quanto orgogliosa sia io oggi di vedere mio figlio felice. Questa é la mia vittoria.

Ed è proprio vero, quando c’è l’amore, si vince sempre. Io ho vinto grazie all’amore di mio marito e per amore di mio marito; ho vinto grazie all’amore di questo ometto che neanche sa di essere stato la mia salvezza.

Testo e foto di Angela Zanfardino

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