
Il bimbo paffuto che dorme beato sotto l’albero, è il pezzo mancante di una storia che è iniziata 17 anni fa.
Proprio a Natale.
Una storia straordinariamente ordinaria, cosi speciale nella sua normalità. Di una serata tra adolescenti come tutte le altre. Di due ragazzini troppo spensierati, prima compagni di scuola, di sfuggita. Poi di banco, inseparabili. Di baci rubati e di un “ti amo” sussurrato tra i corridoi. Di abbracci al freddo che “così stringevo solo mia nonna”. Di un anello come una promessa, sussurrata forse troppo presto, regalo di quel primo Natale da fidanzatini. Un anello che adesso è ancora al mio dito, semplice ed essenziale, che non ho mai voluto togliere, ora accanto alla fede, arrivata 12 anni dopo. Di Natale in Natale, sempre insieme, tra mille litigate e mille e più i baci. Mille ancora di più le foto, che “sennò mi viene l’Alzheimer e così ricordo tutto” (si, Meredith Grey ha la sua parte di colpa per questa mia ossessione per la fotografia).
Poi finalmente una casa, così sognata, così desiderata. Con le prime lucine messe, anche quelle ancora oggi, allo stesso posto. Il primo Natale tra quelle mura ancora incomplete e vuote, che però “l’albero lo compriamo che tanto l’anno prossimo comunque dobbiamo”
Tutte le cose più belle, ancor di più quelle fortemente desiderate, a Natale hanno decisamente un altro sapore, ed io ho avuto la fortuna di vivere tutti i momenti più importanti in questo periodo magico.
Natale per me è casa con le persone che ami, la famiglia, le tradizioni, il calore.
E quel primo anno in quella casa vuota solo con un albero di Natale senza appendini, comprai un paio di scarpette da mettere su quei rami, ero convinta che anche quella volta, il Natale mi avrebbe regalato un altro momento da incorniciare… ma non fu così, ho dovuto aspettare un altro anno ancora, e riposi accuratamente le scarpette in uno scatola, fiduciosa che la prossima volta che le avrei tirate fuori, insieme a loro ci sarebbe stato anche qualcun’altro, quel figlio tanto atteso e che ha tardato un po’ ad arrivare, ma che poi, è arrivato esattamente quando avrebbe dovuto.
Raffaele è nato a Marzo, e il mio pancione di sei mesi sotto l’albero è uno dei ricordi che ancora oggi mi emoziona come non mai.
Ma la vita è straordinaria, e ho capito che quando meno te lo aspetti, è pronta a stupirti e lasciarti senza fiato. Perchè se abbiamo atteso per quel tempo che a noi è sembrato infinito quel primo figlio, esattamente due anni anni dopo da quel pancione di sei mesi, sotto l’albero lo scorso anno c’era un altro bambino, tanto desiderato ma totalmente inaspettato, arrivato come il più bel regalo inatteso: il 27 dicembre 2016 Gabriele ci ha dato la conferma che il Natale, per davvero, è decisamente il più bel periodo dell’anno, che ancora una volta non ci ha deluso.
Perchè quel bimbo paffuto che dorme sotto l’albero oggi, ormai pieno di luci e amore, è la conferma che tutto può accadere, che la magia del Natale se la porti dentro ti farà risplendere la vita anche fuori, ed io ne ho le prove.