
Mi sono trasferita a Hong Kong con la mia famiglia circa 4 anni e mezzo fa.
La nostra vita è sempre stata abbastanza tranquilla e regolare come quella di qualsiasi altra famiglia: bambini a scuola, il lavoro, gli amici e qualche tifone stagionale che abbiamo sempre affrontato alla grande.
Ma questa volta l’intero Paese è stato scosso come non mai a causa dell’ormai noto Coronavirus.
A Hong Kong i casi sono saliti a 69 infetti e i morti sono fermi a 2, 11 casi sono già tornati a casa.
Il tutto da quando ha iniziato a diffondersi il virus, più o meno un mese e mezzo fa.
Continuiamo a vivere in semi quarantena, con scuole e uffici chiusi, con qualsiasi attività di aggregazione cancellata.
Indossiamo sempre la mascherina se prendiamo la metro, l’autobus o ci troviamo in un luogo affollato.
Questo aiuta a proteggere la comunità.
Non sappiamo chi è potenzialmente infetto quindi se tutti la indossiamo evitiamo di contagiare il prossimo inconsapevolmente.
I luoghi di frequentazione pubblica vengono disinfettati ogni due ore: maniglie, porte, tappeti, pulsanti, scale mobili.
Usciamo poco ed evitiamo grandi assemblamenti di persone.
Sono stati istituiti 5 centri di quarantena dove collocare le persone in isolamento.
Lento ritorno alla normalità
La normalità sta lentamente tornando: adesso troviamo tranquillamente carta igienica, candeggina e detersivi disinfettanti nei supermercati, cosa che fino alla settimana scorsa era difficile se non impossibile.
Per quanto riguarda le mascherine c’è sempre carenza, ma cerchiamo di aiutare chi ne ha bisogno.
Siamo al confine con la Cina, esattamente a 900km da Wuhan e nelle scorse settimane sono rientrati a HK dalla Cina migliaia di residenti.
Sono stati controllati e stanno rispettando la quarantena imposta dal governo ( anche se qualcuno ha fatto il furbo ed è uscito ugualmente).
Nonostante questo non è scoppiata l’epidemia. Per il momento ( perché non possiamo abbassare la guardia proprio adesso) Hong Kong si è comportata egregiamente ed ha saputo fronteggiare l’emergenza in modo esemplare considerando la vicinanza al focolaio infettivo.
Le conseguenze sull’economia
Tutto questo però sta avendo conseguenze disastrose sulla nostra economia. Le aziende hanno licenziato personale, la maggior parte dei dipendenti è in unpaid leave ( aspettativa non pagata), molte attività hanno chiuso, tantissimi expat sono rientrati nel loro paese d’origine chiudendo le attività, il traffico aereo è stato ridotto drasticamente.
Ci vorranno anni per riprendersi .
La situazione in Italia
Ora guardo all’Italia e non riesco a capire cosa sta succedendo:
76 contagiati, 2 morti, 2 dimessi , in 72 ore!!!
Si stanno prendendo le giuste misure di contenimento ma la buona riuscita davvero dipende dalla responsabilità civile di tutti!
Sarà un periodo difficile, lo so bene ma non è impossibile uscirne.
Il virus ha una mortalità tutto sommato bassa ( meno del 2% nei paesi al di fuori della Cina) non stiamo parlando di ebola.
Si guarisce, a volte i sintomi sono addirittura blandi simili ad un forte raffreddore ma appunto perché tutti reagiamo in modo diverso, cerchiamo di proteggere gli altri perché ci sono persone che potrebbero ammalarsi più seriamente e sviluppare polmoniti gravi.
Seguite le direttive del ministero della salute e rispettare le quarantene. È psicologicamente molto destabilizzante, ma per fermare i contagi non ci sono altre alternative.
L’Italia non è assolutamente preparata ad emergenze simili, ma ha tutte le risorse per farcela.
Veneto e Lombardia tocca a voi!
Grande Kiara, grandi bambini!!!siete pazzeschi!!dobbiamo prendere esempio da voi!! Grazie davvero per questa testimonianza! Voglio divulgarla il più possibile! Un abbraccio grande da tutti noi..siamo con voi!!❤️
Grazie mille Irene! Spero sempre di rendere tutto più semplice e comprensibile ai miei bimbi. Sono loro la vera chiave per affrontare tutto questo trambusto. Speriamo finisca presto e di tornare alla nostra quotidianità. Un abbraccio.