VBAC per tutti vuol dire “parto vaginale dopo cesareo”, per chi sceglie di affrontarlo invece vuol dire “rinascita”.

Ho deciso di intraprendere questo cammino non appena ho partorito il mio primo figlio con cesareo d’urgenza. Ho subito pensato che quel cesareo che avevo subito non era stato giusto, anche se era stato necessario! 

Non ho mai accettato il mio cesareo d’urgenza

Ho sognato per 9 mesi il mio parto, la nascita di mio figlio…ma arrivata a 41 settimane e 3 giorni non c’era più tempo per aspettare (secondo il protocollo interno della struttura dove avevo deciso di partorire).

Sono stata sottoposta a stimolazioni con prostaglandine e successivo scollamento delle membrane ma niente, non c’era nulla da fare! Mio figlio si era aggrappato a quel guscio che l’aveva custodito per quasi 10 mesi e non ne voleva sapere di uscire. 

Il travaglio è stato lungo ed intenso ma, oltre a mio figlio, anche il mio corpo si rifiutó di collaborare e quindi…ZAC! Un taglio netto, una cicatrice che faceva più male al cuore che al corpo. A me, proprio a me che ho sempre tutto sotto controllo, proprio a me che mi sono preparata in tutto e per tutto per affrontare il parto nella maniera più naturale possibile. La ferita bruciava, era come se avessi avuto un taglio nell’anima, era come se qualcosa di così bello mi fosse stato tolto ingiustamente. 

Per mesi la mia mente è stata bloccata in quella immagine di me che piegata in due firmavo il consenso per essere operata. Non lo accettavo! Ogni volta che guardavo mio figlio pensavo a quel cesareo non voluto…ma necessario.

E quindi, mentre ero ancora ricoverata, iniziai a documentarmi sulla possibilità di partorire naturalmente dopo un cesareo.

Nella mia città c’è una struttura che ha il primato al sud per gli innumerevoli VBAC riusciti; leggevo storie di chi ce l’aveva fatta in un gruppo su Facebook e tutte le volte mi emozionavo e mi immaginavo già lì pronta per dare alla luce un mio futuro figlio.

Dopo due anni da quel cesareo scopro di essere incinta…stentavo a crederci perché la mia piccolina è arrivata subito, a differenza del fratellino.

Da subito non ho avuto dubbi:questo sarà il mio cammino verso il VBAC!

La gravidanza è andata da subito bene. A 36 settimane sono stata in clinica per il pre-ricovero(previsto per le pre-cesarizzate) ed era tutto perfetto, la bimba, la sua posizione, il segmento interno, il liquido…TUTTO!

Arrivo alle 40 settimane e inizio a sentire l’ansia che piano piano sale…40+1…40+2…….41…….”Eh no! La storia si ripete” pensai!

A 41+4 sono al centro commerciale, svolgo la mia vita come se non fossi incinta, ma sono 2 giorni che gli ormoni mi stanno facendo brutti scherzi, piango di continuo e il tappo che ho iniziato a perdere 15 giorni prima ormai era finito.

Ma quella mattina mi ero svegliata con delle contrazioni più intense che alle 18 si fanno sentire in maniera decisa. Vado comunque a fare la spesa perché non volevo illudermi; volevo essere certa fossero quelle giuste! Intanto le contrazioni hanno la frequenza 5 minuti di distanza l’una dall’altra e quindi dopo un’ora e mezza decido di dirigermi in clinica.

Arrivo con contrazioni ogni 2 minuti ,forti, ma le sopportavo con tranquillità ridendo e scherzando con mio marito e mia madre che mi aveva raggiunta.

La ginecologa di turno mi visita: “sei pervia al dito”

Pervia al dito? Pervia al ditooo??? 

Com’era possibile? Ogni 2 minuti, cavolo!

Mi attaccano al tracciato e le contrazioni sono alte, vicine al 100 ed ancora tranquillamente sopportabili per fortuna mia. Intanto mi accorgo di aver avuto una rottura eccentrica del sacco! Ad un certo punto il cardiotocografo non cammina di pari passo con le contrazioni che erano forti, molto più forti di quelle di prima ma leggo sul tracciato onde che sfiorano i venti…”vabbè-penso- si sarà spostata la sonda”

“Stai attenta alla cicatrice” mi disse l’ostetrica…da quel momento fui assalita dal panico , i dolori erano lancinanti, toglievano il respiro ,non avevo neanche 30 secondi di stacco ,erano continue e mi sentivo dilaniare da dentro.

“Non è normale” pensai” Io un travaglio l’ho già affrontato e questo qui non è normale”

Mi visitano sotto contrazione e mi informano che sono ancora pervia al dito…” non è normale,non è umanamente sopportabile un dolore così lacerante con dilatazione pari a 0”.

Il mio istinto mi diceva che c’era qualcosa che non stava andando secondo il verso giusto.

Una breve consultazione telefonica da parte dei medici di turno con il mio ginecologo, che era in ferie ma comunque sempre presente, e via in sala operatoria.

Alle ore 1:10 è nata la mia piccolina. 

Il 23/08/2019 io sono rinata. Ho avuto la mia rivincita.

Ebbene si, non ho avuto il mio VBAC, ci ho provato.

I l travaglio è partito naturalmente, il mio corpo per una seconda volta non ha collaborato, ma ho avuto comunque una rivincita; penso che se fossi nata in un’altra epoca sarei morta di parto e con me mi sarei portata ciò che custodivo in grembo.

Deiscenza dell’utero, ecco il nome di quella sensazione dilaniante. Le contrazioni non erano concentrate sul collo dell’utero per dilatarlo bensì andavano a colpire la vecchia cicatrice. In parole semplici mi si stava lacerando la parete uterina.

Ho avuto mia figlia tra le braccia dopo qualche ora e dentro di me mi sono sentita stupida! Ho passato gli ultimi 3 anni della mia vita con il pensiero fisso al mio primo cesareo, ho odiato quella cicatrice ,ho odiato l’operazione…”stupida”mi ripetevo”hai la fortuna di avere tra le tue braccia 2 figli, sani, e tu pensi al come li hai partoriti!” .

Ho fatto pace con il mio cesareo, ho fatto pace con me stessa. Non c’era nulla da fare 3 anni fa e non c’era nulla da fare ora.

Non ho avuto il mio VBAC ma ho avuto la mia rinascita! Forse non potrò mai più provare un parto vaginale, ma non per questo sono meno donna o meno mamma. Ho i miei figli qui con me e ho TUTTO

Credit : Miriam Nugnes 

 

Condividi