Mi chiamo Anna, ho 33 anni e sono rinata il 3 dicembre 2018.

Si, sono rinata quasi 9 mesi fa, il giorno in cui sono riuscita a portati a casa, mia piccola Maria.

Maria è Nata il 18 novembre a 33 settimane con un parto improvviso ed inaspettato.

Non avevo avuto avvisaglie, tutto procedeva per il meglio, ma improvvisamente senza sapere il perché ha deciso di nascere e di conoscermi. Ricordo tutto di quel giorno, le contrazioni non rilevate dal tracciato e curate come coliche, il ritorno in ospedale, le punture di cortisone per farle maturare i polmoni, le urla della dottoressa che mi diceva di non spingere e le lancette dell’orologio che scandivano i secondi delle ultime contrazioni. Ma non ero nulla, faceva tutto lei. Probabilmente non si sentiva più sicura, protetta in quello che sino ad allora era il suo posto sicuro…il mio grembo.

È nata, uno scricciolo di 2kg, bella come solo potevo immaginarla, ma non era pronta per  la vita ed è finita in Tin. La mia piccola in Tin.

Da incinta sognavo un post partum perfetto, fatto da confetti e fiocchi rosa ed invece l’unica cosa che vedevo erano gli occhi tristi e pieni di paura degli altri genitori che erano nella mia stessa situazione.

Ho imparato ad avere pazienza e sentirmi mamma con le piccole cose. Inizialmente non potevo prenderla in braccio a causa dei mille tubi che l’aiutavano a vivere, ma potevo toccarla grazie ad un oblò e cambiarle il pannolino nell’incubatrice.

Ricorderò per sempre l’emozione che ho provato la prima volta che l’ho presa in braccio dopo una settimana; ero piena di paure e di ansie, ma avevo il cuore che mi scoppiava di gioia perché in quel momento ho provato un amore che non pensavo avere. Quando la vedevo nell’incubatrice pensavo solo al perché ho partorito prima e cercavo un capo espiatorio, ma in quel momento ho capito che dovevo sopportare tutto ed aiutare la mia bimba a superare questo momento. Ogni giorno c’era una novità ed ogni sera tornavo a casa sempre più impaurita delle novità dell’indomani, ma pensavo a quello scricciolo che aveva ed ha una  forza di un gigante.

Così ho stretto i denti e non ho più pianto per ogni goccia di latte che tiravo con la tiralatte…ogni 3 ore, per oltre 3 mesi, ero lì e tiravo sino all’ultima goccia…

Ho imparato che ogni bambino è a se ed ognuno ha i suoi tempi. Ho scoperto che quello che pensavo fosse un istinto innato a tutti i neonati, la suzione, mancava alla mia bimba, in quanto si sviluppa dalla trentaquattresima settimana di gestazione in poi.

I primi giorni era alimentata tramite un sondino con 3ml di latte ad ogni poppata e per svilupparle la suzione le mettevamo un ciuccio mentre il latte scendeva. Ora dopo quasi 9 mesi di latte ne beve 210ml ed io non posso che ringraziare il Signore per avermi fatto vivere questa esperienza nel mondo dei bimbi prematuri.

Mi ha fortificata, ha consolidato l’amore per mio marito e per la mia famiglia, mi ha fatto capire ancora una volta l’importanza della vita e soprattutto mi ha permesso di dire ogni giorno che sono una persona fortunata perché a me, questa volta, le cose sono andate bene e posso stringere la mia piccola ogni volta che voglio.

Testo e foto Annamineo segui la sua storia su Instagram

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