Sono mamma da due anni e dopo quasi undici di lavoro a tempo pieno la mia vita lavorativa è cambiata a Maggio del 2018: il mio contratto è diventato part-time.
La mia giornata tipo con orario full time:
- sveglia (mia): in modalità supersilenziosa sgattaiolo fuori dal letto, vado in bagno e mi faccio un piccolo “restauro”;
- sveglia per Oliver: scendiamo a fare colazione e lo preparo per uscire;
- porto Oliver al nido e vado al lavoro;
- ore 08:00 – 12:00 lavoro;
- pranzo con mio marito;
- mi rimane un’oretta scarsa per sparecchiare, fare la lavastoviglie, fare delle pulizie veloci, fare i letti (sì e no), cambiare aria alle camere (il più delle volte, in realtà, non riesco manco a sparecchiare);
- parto per tornare al lavoro;
- ore 14:00 – 18:00 lavoro (devo dipendere da mia mamma che va a prendere Oliver all’asilo);
- vado a prendere Oliver da mia mamma (il più delle volte ha già cenato, andando a letto presto);
- torniamo a casa, il tempo di un bagnetto e alle 20:00 Oliver è già a nanna (nel frattempo devo farmi la doccia pure io…)
- cena per me e mio marito
- faccio lavatrice e cucina, se non sono troppo stanca stiro un pò e, se mi avanza tempo, divano e tv con mio marito.
Il tempo che passavo con mio figlio si riduceva a neanche due ore scarse in tutto l’arco della giornata. Oltre al fatto che mi mancava il tempo per fare qualsiasi cosa, specialmente pulire casa, non avendo la possibilità di pagare qualcuno che lo facesse al posto mio (e considerando che mi darebbe fastidio che un’estranea mettesse mani nelle mie cose, essendo un tantino gelosa…).
La mia giornata tipo con orario part time:
I primi 5 punti, ossia quelli che riguardano il mattino, sono identici. Il grande cambiamento avviene da dopo pranzo.
- sparecchio la tavola, faccio la lavastoviglie, le camere, la lavatrice, STIRO (prima era impensabile… avevo un aiuto da parte di mia mamma che quando veniva a casa mia si sentiva osservata dalla montagna di roba da stirare e provava una certa pena nel vederle là, abbandonate…);
- quando ho una scadenza per il blog mi ritaglio un pò di tempo da dedicarci (prima lo facevo la sera dopo cena);
- se devo prendere appuntamento dalla parrucchiera lo posso fare dopo pranzo (prima ero costretta ad andarci di sabato e lasciare Oliver da mia mamma);
- idem per la spesa;
- se mi gira mi faccio anche una doccia LENTA;
- verso le 15:45 vado a prendere Oliver all’asilo: facciamo un giretto dalla nonna, oppure torniamo a casa. Si gioca insieme;
- preparo la cena per Oliver, bagnetto e nanna;
- cena per me e mio marito, sistemo la cucina e ci rilassiamo davanti alla tv.
Anche il sabato prima diventava giorno di corse frenetiche tra faccende domestiche e commissioni; la domenica praticamente uguale, per cercare di mantenere una casa al limite della decenza. Ora posso sfruttare il tempo “libero” per preparare i biscotti insieme al mio bimbo, fare il pane, giocare insieme a lui senza preoccuparmi della montagna di roba da stirare, che non c’è più.
Tiriamo le somme…
Ovviamente bisogna guardare anche l’altro lato della medaglia: lo stipendio. Considerando che metà è destinato alla retta del nido, arrivare a fine mese è davvero difficile. Se devo mettere sull’ago della bilancia il tempo che ora posso trascorrere con Oliver da una parte, e lo stipendio di prima dall’altra, non c’è proprio paragone. A chi mi chiede: “Meglio prima o adesso?”, rispondo: “Sono abbastanza al verde, ma felice.” Perchè passare del tempo di qualità con lui, non ha prezzo. Cerchiamo di tenere duro finchè possiamo, l’anno prossimo andrà alla materna, e la retta sarà decisamente più bassa. E no, non ho avuto possibilità di scelta: la crisi ha colpito tutti, è stato così e basta. Se devo fare il paragone tra la mia vita prima del part time, e quella di adesso, non la cambierei per nulla al mondo, nonostante qualche difficoltà, perchè mai come ora mi rendo conto di quanto sia prezioso il tempo, e che una volta che lo hai perso nessuno potrà ridartelo indietro.
Come ti capisco… anche io ho un part time ma quando faccio il pomeriggio per me e’un disastro, avendo tre bimbi perdo 3 volte il giro e visto che anche mio marito lavora fino a tardi e’ Un casino… parlano di parità dello stipendio quando dovrebbero prima sistemare le posizioni delle mamme sul lavoro, costrette a fare i salti mortali…anche io scrivevo ma poi non sapevo come continuare e ho interrotto anche quello…
Ciao Michela, grazie per il tuo commento. Purtoppo il ruolo della mamma lavoratrice in Italia è visto male da tante aziende, nel senso che credo sia un nostro diritto scegliere se lavorare part time o no, e su questo siamo ancora molto indietro…
Cominciai in una azienda di conserve alimentari che ovviamente lavorava solo in estate dove prendevo uro all’ora e dove facevo dei turni di 8 ore. Finita l’estate e finita la lavorazione, cosi la chiamiamo noi, cercavo di razionare il piu possibile quello che avevo guadagnato in tre mesi per affrontare l’anno universitario ovviamente facendo dei lavoretti, diciamo part-time che mi permettevano di vivere come qualsiasi altra ragazza. Ho lavorato in un bar, in una pasticceria, in un panificio, ho fatto la babysitter e soprattutto ho continuato a lavorare tutte le estati per 8 lunghissimi anni nell’azienda di conserve alimentari. Poi finalmente mi sono laureata. Pensavamo che la mia vita sarebbe cambiata. Pensavo che avrei lavorato nell’ambiente per cui avevo studiato e invece .quando mi presentavo con il mio bel curriculum vitae lo prendevano e le due risposte erano sempre le stesse:” le faremo sapere” oppure cerchiamo soggetti con esperienza.