
Non so bene spiegarvi da dove sia nata questa mia passione. Sarà il mio amore per il mare, le spiagge e tutto quello che profuma di salsedine. Il faro ha sempre rappresentato un posto sicuro, una luce che illumina il cammino.
Ho iniziato a collezionare miniature di fari intorno ai vent’anni.
E’ diventato col tempo il souvenir che porto a casa con me dai luoghi che visito. Ma molti di questi mi sono anche stati regalati da amici e parenti. Non sono quindi necessariamente legati ad un viaggio, sono anche il ricordo di momenti felici.
Ne ho in totale 38. Dal più piccolo che è un ciondolo del mio bracciale, al più grande che è stato interamente costruito a mano da mio marito con l’aiuto di mio suocero, uno dei primi regali che mi ha fatto quando ancora eravamo fidanzati. Il più lontano arriva dall’Argentina, souvenir di un viaggio speciale di una mia cara amica. Il più vicino l’ho acquistato a pochi chilometri da casa in un tranquillo pomeriggio a spasso con il mio papà. E nonostante non sia legato ad un viaggio in giro per il mondo, è uno di quelli a cui sono più affezionata perché legato al ricordo dell’infanzia trascorsa con lui.
In una località balneare che frequento d’estate, Caorle, una coppia di signori hanno due negozietti di souvenir. Li definisco “il mio rivenditore ufficiale”, in verità è una magia entrare in queste piccole botteghe perché, avendo in comune la stessa passione, di fari ce ne sono a centinaia in ogni angolo. Da quelli in legno a quelli in pietra. Dai più semplici ai più particolari, molti dei quali fatti a lampada che al loro interno hanno una piccola lampadina di luce calda. Uno tra questi fa parte della mia collezione, ed è uno spettacolo ogni volta che lo accendo.
Sotto ad ogni faro scrivo, o mi faccio scrivere da chi me lo regala, la data e il luogo di provenienza.
1Ogni tanto mi faccio così un giro per il mondo e tra i ricordi grazie a loro. Queste miniature saranno anche piccole di dimensione, ma hanno un grande valore affettivo per me.