Eccoci arrivati alla tappa denominata SVEZZAMENTO, ma che io preferisco chiamare ”alla scoperta del mondo”,  perchè introducendo il cibo, attraverso i suoi colori, sapori e profumi, mostriamo al bambino che non esiste solo la tetta della mamma o il biberon, ma che c’è ben altro da amare e di cui stupirsi quotidianamente.

Ricordo a malapena quello di Camilla, visto che rientrai a lavoro troppo presto, esattamente quando aveva 4 mesi. Inaugurai la ”novità” nel week end e poi lasciai l’incombente a mia suocera che curò Camilla fino al compimento dell’anno.

Seguii le indicazioni dello SVEZZAMENTO TRADIZIONALE e non ebbi problemi particolari. Ricordo che già allora la mia pediatra mi spronò a far mangiare a Camilla ”quello che mangiamo noi” ma io la vedevo una cosa lontana da me.

Sarebbe bastato poco, ma evidentemente non eravamo molto motivati a condurre un regime alimentare sano, mentre a pranzo avrei dovuto delegare l’ incombente a mia suocera che senza alcun dubbio andava più spedita con le pappe.

Ho capito l’importanza dello svezzamento quando Camilla iniziò ad andare al nido e il menu proposto era molto variegato, con verdure che Camilla non era ancora abituata a mangiare anche perché, lo ammetto, un pò per pigrizia, un pò per paura che non gradisse, alla fine cucinavo più o meno sempre le stesse cose.

Per fortuna, però, lei ha sempre apprezzato i cibi nuovi e quindi a scuola non ha mai avuto problemi. Certo, ci sono stati periodi in questi ultimi due anni in cui mangiava poco e niente ma sono state “fasi”. Ora capita che mangi primo, secondo e contorno o che mi stupisca chiedendomi “mamma mi fai la pasta con i broccoli?”😣

Con Alice invece sono partita con un’altra idea, quella di farle provare più cose possibili da subito, e il fatto di esser riuscita a fare una maternità più lunga a casa mi ha fatto venir voglia di sperimentare, di pensare a quale piatto potessi preparare per stupirla, senza rimanere ancorata al solito brodo, che dopo di un pò stufa anche a me preparare. Tra l’altro, una pediatra mi aveva consigliato di far assaggiare più verdure possibili in breve tempo e ciò al fine di evitare allergie. Ora, non sono una pediatra, né biologa o nutrizionista e non so dirvi quanto ci sia di vero in ciò, ma sta di fatto che questo pensiero si è sposato perfettamente con la mia idea di sperimentare e quindi l’ho adottato.

Praticamente: ho iniziato facendo il brodo con solo patata e carota, l’ho filtrato e aggiunto la crema di riso, e un cucchiaino di olio EVO. Dopo due giorni ho fatto il brodo con la zucchina, poi con la zucca, il finocchio, i broccoli, gli spinaci, il porro, carciofi …

Alternandole tra loro ( es. zucca – carota – patata, patata – carota – finocchio, patata – spinaci – carota…) sono riuscita a farle provare a distanza di due/tre giorni un pò di tutto. Dopo una settimana ho iniziato ad aggiungere le verdure passate usate per il brodo e dopo 10 giorni dall’inizio dello svezzamento ho introdotto anche i liofilizzati di carne. Per quanto riguarda le creme, ho usato quella di farro, di riso, ai 4 cereali, mais e tapioca e miglio… anche se quello che gradisce più di tutti è il semolino.

Dopo tre settimane ho aggiunto la pappa serale, brodo e verdure uguali o diverse dal pranzo con  aggiunta di vari tipi di fomaggi, a volte solo un cucchiaio colmo di parmiggiano, oppure metà robiola, due cucchiai di ricotta, un cucchiaio di crescenza, un mini caprino….

Com’è andata? Alice ha apprezzato e io me lo aspettavo, perchè uno dei tanti motivi per cui ho anticipato lo svezzamento a 5 mesi e 10 gg è stato che la vedevo molto attratta dal cibo in tavola e dalle stoviglie che le passavano davanti.  La prima settimana era molto curiosa e mangiava almeno un piattino (poco più di metà pappa preparata con 200 ml di brodo) ma credo che come inizio andasse bene.  Alcuni giorni ha mangiato tutto e altri invece meno ma credetemi che non c’entra nulla il discorso degli ingredienti anche perchè ha manifestato reazioni diverse a medesimi cibi (credo che per essere certi che un ingrediente non piaccia bisogna proporlo almeno 4/5 volte a distanza di giorni).

Ci sono stati anche dei giorni in cui non ha mangiato nulla e ciò è accaduto durante la fase della dentizione per cui non mi sono allarmata. Ammetto anche che non è una divoratrice di pappa e che spesso devo darle qualche giochino tra le mani, oppure all’inizio dello svezzamento non apriva bocca a meno che non le lasciassi tra le mani il piattino con la pappa. Voleva toccarla e visto che il passaggio dal latte al cibo più o meno solido è un bel cambiamento mi è sembrato giusto che toccasse con mano questa novità. A volte mi sono ritrovata con il tavolo impastato di pappa, una cosa che a Camilla non avevo mai permesso di fare.

Per quanto riguarda la SPERIMENTAZIONE, a parte l’inserimento di tante verdure ho trovato ispirazione da alcuni libricini che avevo acquistato per Camilla e che ho usato poco e niente con lei. Li ho rispolverati e li ho trovati molto interessanti per poter preparare delle ricettine semplicissime a prova di bebè.

Il primo è un volume del Cucchiaino d’Argento in cui ci sono ”pappe” con accostamenti semplici di ingredienti ma che magari non ci ”vengono in mente” e di cui vi lascio a fine articolo alcune foto. L’altro, che fu regalato al mio compagno ”cuoco’,’ è ”Il mio papà è uno chef” è ricco di interessanti ricette Gourmet ma per lo più per bambini che hanno già compiuto l’anno e masticano bene (salvo che poi si segua l’autosvezzamento e allora sono valide per tutta la famiglia).

Chiaramente, la sperimentazione non si ferma qui, perché come vi dicevo sopra, spesso Alice vuole avere il piatto davanti, le piace toccare il cibo e prenderlo con le mani… a volte penso che sia proprio stufa delle pappe anche perché capita che magari non voglia più mangiare la sua, ma cerchi di prendere il cibo dal mio piatto.

Ciò mi ha portato ad interessarmi all’autosvezzamento e seguendo i vostri consigli ho acquistato un libro che mi ”aprisse la mente”. Mi sto informando e ho ricevuto tanti consigli in merito. Ho capito che non si tratta di frullare al bambino le pietanze cucinate per l’adulto ma che si tratta piuttosto di un percorso graduale in cui si propongono al bambino i piatti (alla sua portata sicuramente) così come sono e si lascia che sia lui con i suo modi, dosi e tempi a sperimentare e conoscere il cibo, senza forzature e senza troppi ”pensieri”.

Sono sincera nell’ammettere che non so se sarò in grado di superare l’ansia di vederla mangiare da sola (so che alcune mi comprenderanno). Al momento sono molto più propensa ad adottare la via di mezzo, sminuzzando tutto benissimo  imboccandola principalmente io e poi lasciare che sia lei a fare il resto. Vedremo poi se la curiosità di Alice mi aiuterà a superare tutte le mie barriere mentali.

Intanto posso dire che rispetto alla prima figlia ho affrontato questa tappa con più serenità,  nel senso di non pormi troppi limiti e di non farmi troppi problemi se una sera per caso le faccio saltare le verdure e se le faccio mangiare una semplice pastina con del prosciutto cotto se decido all’ultimo minuto di andare fuori a cena e non ho la sua pappa con me.

Nel mio piccolo io posso solo consigliare alle mamme che come me hanno deciso di intraprendere la strada dello svezzamento classico seguendo il parere del pediatra di non rimanere vincolate al classico brodo e di non aver paura di Sperimentare.