Quando avevo 18 anni, mi iscrissi a scienze della comunicazione perché mi sarebbe piaciuto lavorare in qualche grande azienda nel settore pubblicitario. A 21 anni mi sono iscritta alla specialistica, scelsi l’indirizzo comunicazione pubblica e d’impresa. Sognavo tanto, sognavo in grande, sognavo di andare a vivere all’estero. Poi conobbi mio marito, il desiderio di sposarci cresceva ogni giorno di più, e con questo anche la voglia di allargare la famiglia. Così, nonostante la laurea, e nonostante quel sogno, sono rimasta a Napoli. Qui, nella mia città di sempre, anche durante gli studi ho lavorato, infatti sono 10 anni che lavoro nella nostra attività di famiglia.
Ho scelto di rimanere a Napoli e aiutare mio padre, che fa questo lavoro da quando era solo un ragazzo. Abbiamo un lounge bar, questa è sempre stata la sua più grande passione. Il contatto con il pubblico, un ambiente fresco e giovanile, ed anche se non ricopro il ruolo per la quale ho tanto studiato, sono felice di lavorare al suo fianco. Ma credetemi che se da fuori sembra tutto rose e fiori, non lo è . Non lo è perché quando lavori per qualcosa di tuo non è semplice come sembra. Mille pensieri, mille preoccupazioni, tante cose che non sempre vanno come dovrebbero. Non ho turni stabiliti, e questi a volte si prolungano per 10/12 ore.
Nel fine settimana il turno termina alle 3 di notte, e se c’è necessità ricopro il turno della mattina ed anche quello della sera. Siamo coinvolti in prima persona, non sempre ci sono ferie, le festività sono lavorative, capodanno pasqua e ferragosto quando tutti sono in giro, noi siamo a lavoro, lo stesso vale per il sabato e la domenica. Per noi il lunedì è rigenerante. Questo è il motivo per cui scherzando dico che non mi è spettata neanche la maternità. Io ci scherzo su ma è realmente così. Ho lavorato fino al 3 giorni precedenti la nascita di Francesco, e sono rimasta a casa solo per i primi 14 giorni, insomma, giusto il tempo di riprendermi dal parto. Poi fortunatamente sono riuscita a portarlo con me a lavoro.
La fortuna di lavorare in un ambiente familiare é che mia mamma, mio papà, o anche quando capita, mia sorella, possono aiutarmi. Mentre sono impegnata con i fornitori, mentre mi occupo controllo dello scarico merce, o della gestione dei turni Francesco è con loro. Ci sono anche aspetti positivi. Il primo, è quello di continuare a costruire li dove mio padre ha investito in sogni e sacrifici. Inoltre, avere Franci con me mi consente di non dover mai rinunciare a lui durante la giornata. Posso condividere con l’intera famiglia ogni suo attimo .
Le festività, anche se lavorative, le condividiamo sempre insieme. Insomma, essere una mamma che lavora a tempo pieno è impegnativo, ma per me è il ruolo più appagante che potessi svolgere. Avere vicino la mia famiglia e mio figlio, un lavoro che mi piace, mi soddisfa e mi rende la persona che sono oggi .
Ciao! È veramente dura lavorare e crearsi una famiglia. Io ho un bimbo di 3 anni e sono incinta del secondo. L’anno scorso ho dovuto scegliere tra lavoro e famiglia ed ovviamente ho scelto quest’ultima. È un grosso sacrificio e mi devo arrangiare con lavoretti qua e là per arrivare a fine mese! Ma anche chi lavora come te ha i suoi problemi! Grazie per la tua semplicità e spontaneità! W la famiglia, sempre!
Certo Marty, in qualsiasi caso non è semplice. Auguri per la tua gravidanza , hai scelto la via a mio avviso più felice, e sono sicura che in un modo o nell’altro le cose andranno alla grande e ai tuoi bambini non mancherà nulla. Ti abbraccio forte forte
Occuparsi della parte amministrativa/contabile implica lo stare al bar fino alle 3 di notte??? 😮
Quando lavori in un’attività personale, non ti occupi mai di un solo settore. Principalmente curo sopratutto la parte amministrativa e contabile, ma come immagino capirai, poi ti ritrovi a far tutto se c’è necessità. Quando c’è da lavorare sì, resto lì fino Alle 3.00 di notte. 🙂
Ale io mi vedo molto in te, non ho ancora un bambino, ma l’anno prossimo mi sposo e l’idea è proprio quella di mettere su famiglia, purtroppo anche ad avere un’attività tutta nostra non potrò portare i bambini a lavoro, dovrò lasciarli ai nonni che fortunatamente sono ancora giovani e desiderosi di occuparsene il prima possibile .
Valeria saranno sicuramente circondati dallo stesso amore che gli avresti dato tu durante la giornata, è una fortuna poter far crescere i tuoi bambini con i nonni. Ho ancora vivi i ricordi delle mie giornate da bambina a casa dalla nonna.. quanto mi mancano!